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I cristiani nascosti del Giappone nelle storie manga.

  • Immagine del redattore: Intl. Press
    Intl. Press
  • 28 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

L'artista giapponese Kan Takahama sta usando il suo mestiere di disegnatore manga per raccontare la storia dei "cristiani nascosti" giapponesi, una comunità che ha preservato la sua fede durante secoli di persecuzione.


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Il suo lavoro sarà presentato in Italia questa settimana durante una serie di eventi che segnano il 440° anniversario della storica “Ambasciata Tensho”.

 

Era infatti il marzo del 1585 quando, per la prima volta, una delegazione del Giappone giunse nell’Urbe per essere ricevuta ufficialmente dal Pontefice. Il nome dell'Ambasciata si rifà all'epoca in cui venne creata secondo il calendario giapponese di allora, ovvero il decimo anno dell’era Tensho.L'idea di inviare un certo numero di giovani dignitari giapponesi in Europa fu di Alessandro Valignano, gesuita italiano impegnato in attività missionarie nell'Estremo Oriente dal 1573. Egli scelse personalmente due ragazzi facenti parte di tre delle maggiori famiglie daimyō cristiane presenti in Giappone a quel tempo. I daimyō erano potenti magnati e signori feudali giapponesi che, dal X secolo fino all'inizio del periodo Meiji, a metà del XIX secolo, governarono sulla stragrande maggioranza del Giappone grazie ai loro vasti possedimenti fondiari di natura ereditaria.

 

A loro si unirono altri due giovani nobili e un piccolo gruppo di accompagnatori, tra cui il padre gesuita Diogo de Mesquita, che fece loro da guida e interprete. Con questo viaggio, che durò in tutto otto anni (dal 1582 al 1590) Valignano puntava ad accrescere la consapevolezza del Giappone all'interno della Chiesa europea dell’epoca, oltre a sfatare alcuni stereotipi sul Paese nipponico.E anche la storia della fumettista è collegata a questo viaggio. Takahama, infatti, è originaria di Amakusa, il luogo dove nel 1591 la Compagnia di Gesù fondò un Collegio per la formazione di sacerdoti giapponesi, e in cui i ragazzi partecipanti all’Ambasceria Tensho, tornati in Giappone, continuarono i loro studi grazie anche alla macchina da stampa di Gutenberg, importata dall’Europa col ritorno dell’Ambasceria. Grazie a loro vennero stampati i primi libri a tema cristiano in Giappone.La regione di Amakusa, assieme a quella di Nagasaki, divenne il luogo in cui, per 250 anni, i cristiani si rifugiarono dalle persecuzioni. Nonostante l’assenza di sacerdoti, continuarono a professare la loro fede in Cristo. Oggi quei luoghi sono riconosciuti come patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. Takahama ha scoperto casualmente antichi documenti relativi alla persecuzione dei cristiani nell’archivio di casa sua. Ha studiato le modalità di lettura di questi documenti e sta cercando di decifrarli. Inoltre, sta raccogliendo con cura tradizioni orali che non sono state trascritte nei documenti, proseguendo le sue ricerche sulla storia dei "cristiani nascosti" locali.Questa è stata la base che ha dato vita all’opera “Shishi to Botan”, ovvero “Leone e Peonie”. La storia si ispira a un altro fatto realmente accaduto, la rivolta dei contadini cristiani oppressi del 1638. La rivolta era guidata dal samurai cristiano Amakusa Shiro e venne repressa nel sangue.Nel XVII secolo, quando il cristianesimo fu bandito e i missionari espulsi dal Giappone, i cattolici continuarono la loro fede in segreto.

 

Il capo del villaggio guidò la comunità, stabilì solennità religiose secondo il calendario liturgico e salvò i libri sacri.

 

Il catechista insegnava ai bambini; coloro che conoscevano le formule battesimali amministravano il Primo Sacramento; un messaggero visitava le famiglie per annunciare le domeniche, le feste cristiane e i giorni di digiuno e astinenza.

Le conferenze di Roma (17-18 marzo) e Lucca (20 marzo) sono state organizzate dall'Ambasciata giapponese presso la Santa Sede e dall'Arcidiocesi di Lucca.


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