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Comunità Pastorale San Carlo Borromeo

Le Chiese

Il centro della vita religiosa di Angera, Taino e Ranco

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Santa Maria Assunta
Angera

Edificata su una precedente chiesa dedicata alla B.V. Maria sorta tra i secoli XII e XIII, assunse il titolo di capopieve dalla chiesa dei S.S. Martirio, Sisinio e Alessandro verso la metà del secolo XVI . La nuova prepositurale venne consacrata il 9 marzo 1488 dal vescovo Rolando, suffraganeo del cardinal Arcimboldi.

San Carlo Borromeo visitò la pieve nel 1567 e nel 1579, esaminando accuratamente i luoghi di culto e preoccupandosi che gli ordini da lui impartiti venissero rispettati. 

Nel 1636 la chiesa fu saccheggiata dalle truppe francesi in ritirata dopo la battaglia di Tornavento. La chiesa parrocchiale subì diverse ristrutturazioni già nel Settecento.

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Santuario
Madonna della Riva
Angera

Il Santuario della Madonna della Riva si erge di fronte al porto austriaco; si tratta di un progetto incompleto: il progetto originario prevedeva un edificio ottagonale, con portici e colonnati attorno, due torri campanarie e due ampie sacrestie: se completato la sua facciata sarebbe arrivata a oltre la metà dell'attuale porto delle barche.

"Nel 1657 alli 27 giugno seguì il miracolo di sudor sangue, che si vede dalla fronte della Beata Vergine, quale era sopra di un muro laterale della porta che serviva alla Casa Berna (...) Ed una donna che era solita passando avanti inginocchiarsi a salutare con l’Ave Maria la divina Immagine, osservava che mandava dalla faccia il sangue e poi sangue ancora. La donna intimorita dal fatto gridò al miracolo. Intervenne il Prevosto Signor Giorgio Castiglioni, il quale asciugò il sangue miracoloso con un bianco lino".

(dal Registro dei Battesimi, Morti, Matrimoni e Cresime 1678-1704)

Il prodigioso evento si ripeté l'8 settembre, festa della Natività di Maria, quando attorno all’effigie era già stata edificata una piccola cappella provvisoria.

"La Madonna fu osservata bagnarsi tutta di sangue... Sono prodigi questi mentre il giorno della Sua Nascita, che doveva essere festosa, si mostra così sanguinosa".

La grandezza e la popolarità dell’avvenimento convinsero l’arcivescovo, il prevosto Giorgio Castiglioni e il conte Renato Borromeo a costruire una chiesa proprio in quel luogo.

Negli anni seguenti numerose difficoltà economiche impedirono di proseguire i lavori e la chiesa rimase incompleta: furono costruiti così solo il coro e il presbiterio, inaugurati e benedetti nel 1667.

 

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Santi Martino e Lorenzo

Ranco

La chiesa dei Santi Martino e Lorenzo di Ranco sorse in posizione isolata, a metà strada tra i diversi nuclei che rappresentavano il mosaico degli abitati di Ranco un tempo separati da orti e campi e oggi incorniciati dalla corona verde di ville, parchi e giardini aperti alla vista del lago Maggiore. L'edificio è il frutto di una radicale riforma avviata nel 1897 e presenta un'aula unica per i fedeli, un transetto e un'abside semicircolare. Il semplice impianto è arricchito da una cappella laterale dedicata alla B.V. del Rosario (vi si conservava una venerata statua lignea settecentesca proveniente da Angera e oggi trasferita a Uponne) e dal ricco assetto decorativo, smagliante di fondi oro, sulle volte e nell'abside. La facciata, con profilo a capanna, ha un portale centrale sormontato da un timpano e da un modesto affresco raffigurante i due santi titolari. Il campanile, impostato sul fianco sud, seppur innalzato nel secondo decennio del XIX sec., echeggia i modi, più complessi, dei campanili seicenteschi delle vicine parrocchiali di Ispra e di Cadrezzate.

Santo Stefano Protomartire

Taino

La chiesa di Santo Stefano ha origini molto antiche, probabilmente al XI secolo. L’edificio medievale è stato abbattuto nel tardo Ottocento e interamente ricostruito con spazi più ampi. Si presenta oggi con pianta rettangolare con tre navate, cappelle laterali poligonali e abside semicircolare. Sul lato meridionale si conserva il campanile romanico, con pietra a vista, strette feritoie, bifore con capitelli a stampella parzialmente murate e copertura con cuspide piramidale.

Monumentale la facciata, con profilo a capanna e in stile neogotico. Lungo la superficie è visibile la ripartizione dell’aula interna, delimitata da quattro spesse paraste. Il portale d’accesso è inscritto in un arco ogivale strombato e sormontato da un mosaico dorato con il santo patrono. Completano la facciata vetrate artistiche, una decorazione ad archetti pensili nel sottogronda e slanciati pennacchi sommitali.

L’apparato decorativo interno, sempre in stile neogotico, si basa sul contrasto tra la tinta rosso mattone delle pareti, delle volte a crociera e dei pilastri e il bianco delle nervature e dei dettagli.
L’altare maggiore in marmi policromi è di bottega viggiutese mentre la mensa della Madonna del Rosario e il paliotto sono superstiti dell’antica struttura medievale. La chiesa conserva inoltre una lapide neocristiana del V- VI secolo, scoperta durante i lavori del sagrato e testimonianza dell’antichità del sito.

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